Una delle caratteristiche di Trieste è di essere la “città del caffè”. Ma com’è cominciata questa avventura? E’ incominciata verso la metà del Settecento quando a Trieste, rifacendosi alla tradizione veneziana già da tempo in voga, si aprirono le “botteghe del caffè”, gestite in gran parte da svizzeri e da greci. Il caffè diviene il luogo d’incontro preferito dai mercanti dove, sorseggiando l’aromatica bevanda, si discute di affari.
Nel 1748 il greco Teodoro Petrato apre un’elegante caffetteria in Piazza Grande (attuale piazza dell’Unità d’Italia), seguito, nel 1756, da Dimitri, Giorgio e Giovanni Pulias con la “Caffetteria dei Greci” in faccia alla Dogana” (nei pressi sempre di piazza Grande), locale che opererà fino al 1779. Risale al 1768 la “Caffetteria Capponi” in via San Nicolò (allora via dei Bottari). L’inizio dell’Ottocento vede la nascita, in piazza della Borsa, del “Caffè greco” nello stesso edificio dov’è ospitato il “Casino greco”, una sorta di centro comunitario che si occupa di beneficenza e filantropia ma anche luogo di divertimenti e feste. Nel 1840, Nicolò Priovolo aprirà il “Caffè degli Specchi” in Piazza Grande per cederne la gestione nel 1884. L’apertura dei caffè, luoghi di incontro e socializzazione, ebbe da subito grande successo e fortuna a Trieste, una realtà che si perpetua tuttora.
Circolo della Stampa di Trieste
Alexandros Delithanassis