Ne discuteranno Péter Téchet, ricercatore ungherese di ascendenze francesi, attivo tra Vienna, Budapest, Magonza e Zagabria, che ha lanciato l’idea, spiegandone le ragioni, in un saggio sulla rivista magiara Azonnali, e Lucio Caracciolo, direttore delle rivista di studi internazionali “Limes”.
L’incontro, organizzato dalle associazioni “Zeno” e “TS4”, e dal Circolo della Stampa, con il sostegno del Club Touristi Triestini e della Società triestina di cultura “Maria Theresia”, sarà moderato da Riccardo Laterza di “Tryeste” e da Pierluigi Sabatti, presidente del CdS.
Al di là della provocazione e della proposta – sensata ma non facilmente realizzabile – l’incontro sarà utile per riflettere sul ruolo di Trieste, che è città europea o non è, e sulle opportunità che le sono offerte dalla baricentricità tra i mondi latino, germanico e slavo, dalla contigua intrinsecità con i Balcani nonché dalla consolidata funziona di affaccio sul Levante mediterraneo.
Per quasi tutto il corso del ’900 si è proclamato il mito di una città “cara al cuore di tutti gli italiani”. Però, nel nuovo millennio, è il caso di ragionare su una realtà abbastanza fondata, che, per ragioni storiche ma anche economiche, vede Trieste “cara al cuore di tutti gli europei”.
Circolo della Stampa di Trieste
Lucio Caracciolo, Péter Téchet, Pierluigi Sabatti, Riccardo Laterza